Mese: Giugno 2015

L’arte della stampa a Venezia

Nel XV° secolo la Repubblica di Venezia raggiunse l’apice della sua espansione.

Nessuno stato europeo avrebbe mai più potuto vantare un futuro così luminoso e un così lungo periodo di continuità.

La “Serenissima” è stata particolarmente aperta a tutte le filosofie religiose, a condizione che nessuna di queste minacciasse la sua sicurezza.

I primi stampatori arrivati a  Venezia erano tedeschi, seguiti da francesi, fiamminghi, olandesi, svizzeri, cretesi oltre che stampatori istriani e molti italiani.

Un folto gruppo di “umanisti riformisti” fuggì a Venezia, e tra questi vi era Aldo Manuzio (https://it.wikipedia.org/wiki/Aldo_Manuzio)

La libertà di stampa era garantita e incoraggiata, soprattutto perché l’espansione della stampa era diventata una buona fonte di reddito nel giro di pochi anni. L’editoria veneziana non solo chiedeva la collaborazione degli stampatori, ma li stimolava anche a sperimentare. Il Senato nel 1537 impose addirittura delle sanzioni severe per gli editori che usavano carta di bassa qualità.

E’ logico quindi supporre che gli autori vedevano Venezia non solo come la città in cui c’era la possibilità di pubblicare i propri lavori, ma anche come il posto in cui c’erano i servizi necessari per ospitarli- oltre alla possibilità ovviamente di discutere e confrontare le proprie esperienze individuali.

Quasi 200 macchine da stampa operavano a Venezia verso la fine del XV° secolo (1488).

L’Arte della stampa è stata riconosciuta ufficialmente a Venezia il 18 settembre 1469- il giorno in cui il Senato riconobbe che Johann von Speyer aveva introdotto e sviluppato l’arte a Venezia.

La “Scuola dei Stampatori e Libreri” si riuniva sempre nel monastero domenicano di Santi Giovanni e Paolo (l’attuale ospedale).

Il clima culturale di cui godevano gli stampatori a Venezia è stato quella di una città pronta ad accogliere tutte le scuole di pensiero e le varie tendenze, filtrandole e trasformandole in proprio patrimonio peculiare. Una vera e propria università non è mai stata istituita a Venezia. Esistevano tuttavia numerosi centri culturali, come il Circolo del grecista Giovanni Lascaris e le scuole di Rialto e San Marco che tenevano lezioni di filosofia morale e di retorica (aperte solo alla nobiltà).

Ci sono stati importanti centri di discussione intellettuale con splendide librerie collegate ad essi nei monasteri delle chiese di Santi Giovanni e Paolo, Santo Stefano, S. Francesco della Vigna, San Michele in Isola e Sant’Antonio a Castello.

 

ALDO MANUZIO E IL SUO MARCHIO

Aldo Manuzio non era solo uno stampatore, ma un vero e proprio editore. Uomo straordinariamente erudito, ha aiutato a preservare molti testi e ha raggiunto ottimi risultati.

Il primo studio dello stampatore era in Calle del Pistor, al numero 2343, nei pressi di Campo Sant’Agostin; si trasferì successivamente in Calle San Paterniano vicino a quello che è ora Campo Manin nel 1508.

Come stampatore ha pubblicato la Hypnerotomachia Poliphili nel 1499 per l’editore Leonardo Crasso a Verona.

E’ stato famoso anche per aver inventato il proprio carattere (font), probabilmente con l’aiuto del filosofo Frate Luca Pacioli e il disegnatore Francesco Griffo di Bologna.

I libri di Manuzio erano tenuti in grande considerazione e ha ricevuto numerosi riconoscimenti in tutta Europa, ma proprio per questo era oggetto di imitazioni e contraffazioni da parte di altri editori, in particolare a Firenze e Lione.

La sua stamperia divenne un circolo letterario. Manuzio era consapevole della sua grande responsabilità: convocava gli umanisti più importanti del tempo in Italia per utilizzarli come correttori (non solo traduttori e revisori di bozze, ma veri e proprio editori e consulenti editoriali).

Anche la sua scelta della carta -prodotta dalla cartiera Fabriano (la migliore sul mercato), formato 32 x 42 cm- ha portato a risultati sorprendenti. Una volta piegato a metà, ha ottenuto il “folio” (32 x 21 cm), in quattro il “quarto” (16 x 21 cm), in tre l’”ottavo” (10,5 x 16 cm). Manuzio ha progettato e iniziato ad usare l’”ottavo” con grande successo commerciale: in altre parole, aveva già inventato il libro in brossura (libro tascabile o “encheridio”) nei primi anni del XVI° secolo.

Nel maggio del 1502 Manuzio fondò un’accademia, il “Neacademia dei filelleni“, detta anche Accademia Aldina. Ha incoraggiato i rapporti commerciali, di collaborazione e di amicizia con le migliori menti del tempo, ed era un editore molto prolifico.

Grazie alla sua esperienza, il talento e l’abilità, il Senato ha nominato Manuzio come stampatore ufficiale della Repubblica di Venezia il 14 novembre 1502, dopo essere stato sponsorizzato da Marin Sanudo il Giovane (1466-1536).

E’ unanimemente accettato che il suo marchio di fabbrica (un’ancora e un delfino) si riferisca al motto “Festina lente” (“Affrettati lentamente”) attribuito da Svetonio a Ottaviano Augusto.

Grazie a Franco Filippi

Fonte: The Art of printing in Venice by Franco Filippi (http://www.venicethefuture.com/schede/uk/323?aliusid=323)

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