Incisione – parte #2

2. CALCOGRAFIA

L’incisione su rame è una tecnica di stampa “cava”. I segni incisi sulla lastra prendono il colore e lo trasferiscono sulla carta durante il processo di stampa, mentre le aree della matrice che non sono state lavorate mantengono il colore della carta. In questo modo, i segni realizzati sulla matrice diventano direttamente i segni che verranno stampati su carta.

La matrice calcografica è una lastra di metallo (rame, zinco, ottone, ottone, alluminio) che può essere più o meno dura, e che può essere lavorata direttamente (in questo caso la forza della mano, con l’aiuto di punte metalliche, incide la matrice) o indirettamente (qui invece l’acido corrode e scava il segno sulla lastra).

PUNTASECCA

La lavorazione in maniera diretta, detta puntasecca, consiste nell’incidere la lastra con una punta dura che, opponendosi con più o meno forza, solleva le barbe (piccole creste di metallo corrispondenti alla scanalatura creata). Queste creste, insieme al segno inciso, mantengono il colore durante la fase di inchiostrazione e creano un effetto speciale e riconoscibile.

Casa veneziana nel sestiere di Castello – Puntasecca

La lavorazione in modo indiretto che fa uso di acidi e si diffonde in modi diversi, spesso utilizzati insieme, che daranno risultati diversi. I due processi principali che ho sperimentato sono: acquaforte e acquatinta.

ACQUAFORTE

Usiamo questa tecnica per ottenere i segni sul foglio. La matrice metallica, dopo essere stata pulita e lucidata, viene protetta con una speciale vernice che impedisce all’acido di agire su tutta la superficie.

Grazie ad una punta, sulla matrice sono tracciati dei segni che la privano della sua protezione. Una volta che la lastra è immersa nell’acido, questi segni saranno soggetti all’azione corrosiva dell’incisione metallica nel metallo, più o meno in profondità, a seconda del tempo di esposizione in acido.

Si possono ottenere intensità diverse nei vari segni della stessa lastra, procedendo con varie morsure (in bagni di acido) e proteggendo con la vernice i segni che si vogliono alleggerire.

 

Canal Grande – Vista dal Ponte dell’Accademia – Acquaforte

 

ACQUATINTA

Questa tecnica viene utilizzata per ottenere tonalità di diversa intensità sulla piastra. Anche in questo caso la lastra deve essere protetta dall’azione corrosiva dell’acido, ma a differenza dell’acquaforte non si utilizza vernice, ma una polvere finissima stesa uniformemente sulla superficie metallica.

Successivamente la lastra viene riscaldata e la polvere si scioglie su di essa, proteggendo e permettendo all’acido di agire simultaneamente sul metallo in modo controllato.

Per ottenere diverse intensità è sufficiente proteggere le zone del foglio che si desidera mantenere più chiare stendendo uno strato di vernice protettiva e lavorando con varie morsure.

Un’alternativa all’uso di polvere speciale è quella di stendere uno strato uniforme di vernice spray sulla piastra.

 

Ponte Chiodo – Acquaforte + Acquatinta

MANIERA A ZUCCHERO

L’altra tecnica che ho usato nel mio lavoro è la cosiddetta maniera a zucchero, che permette di ottenere un effetto simile all’acquerello.

Questa tecnica consiste nel dipingere la lastra con un pennello imbevuto di una speciale soluzione zuccherina, e una volta asciutta la lastra viene ricoperta da un sottile strato di vernice protettiva. Successivamente si versa acqua calda sulla lastra che separa la vernice dalle zone trattate solo con la soluzione zuccherina e si procede alla protezione delle zone esposte come nell’acquatinta (con speciale polvere fine o vernice spray).

A questo punto la piastra viene immersa come di consueto in acido e si procede con le varie morsure.

Pesce – Acquaforte + Maniera a zucchero

Fonti

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