Festa della Sensa

Domenica prossima qui a Venezia sarà la festa della Sensa, e celebriamo questo giorno molto speciale. Vi dirò un paio di cose su questa tradizione veneziana.

La Festa della Sensa (in italiano “Ascensione”) era una festività della Repubblica di Venezia, che coincideva col giorno dell’ Ascensione di Cristo, l’ultimo capitolo della sua vita terrena quando, dopo 40 giorni dalla sua morte e risurrezione è asceso al cielo con il suo corpo per unirsi al padre.

La Festa della Sensa commemorava due eventi importanti per la Repubblica di Venezia.

Il primo era il 9 maggio dell’anno 1000, quando il doge Pietro ll Oseolo partì per la conquista della Dalmazia minacciata dagli Slavi, dando inizio all’espansione di Venezia nell’Adriatico.

Il secondo evento è collegato al trattato di pace che il doge Sebastiano Ziani, Papa Alessandro lll e l’imperatore Federico Barbarossa stipularono a Venezia nel 1177, ponendo fine alla diariba secolare tra Papato e Impero e collocando la Repubblica di Venezia accanto alle altre due superpotenze di allora: il Sacro Romano Impero e il Papato.

In occasione della Festa della Sensa veniva celebrato lo Sposalizio del Mare, una cerimonia che simboleggiava il dominio marittimo di Venezia e il suo intimo rapporto col mare.

Originariamente si svolgeva una solenne processione di imbarcazioni, guidata dalla nave del doge (dal 1253 il Bucintoro, la galea di stato dei dogi di Venezia) che usciva dalla laguna attraverso la bocca di porto del Lido.

 

Arrivata alle acque antistanti la chiesa di San Nicolò, patrono dei naviganti, veniva recitata una preghiera che invocava mare calmo e tranquillo per tutti i naviganti. Infine il doge e gli altri officianti venivano aspersi con l’acqua santa, il resto della quale veniva versato in mare.

Ogni anno il doge lasciava cadere un anello consacrato nel mare recitando :“Ti sposiamo, mare. In segno di vero e perpetuo dominio” (“Desponsamus te, mare. In signum veri perpetuique dominii..”) dichiarando Venezia e il mare indissolubilmente uniti, ribadendo il possesso sul mare Adriatico.

Secondo la leggenda su cui si basa il mito di Venezia, nel 1177 papa Alessandro lll avrebbe conferito un carattere di sacralità a questa antica cerimonia.

I riti dell’espiazione dei peccati verso il mare risalgono all’antichità, come quello narrato da Erodoto, dove Policrate, il tiranno di Samo, lancia un prezioso anello in mare per placare gli dei, o quello di Sant’Elena Imperatrice, che lanciò un chiodo della Vera Croce nel Mar Adriatico per rendere favorevoli i venti.

Secondo vari studi archeologici il “matrimonio col mare” dei veneziani e la cerimonia dell’anello deriva da un antico rito pagano che la Chiesa ha fatto proprio successivamente.

Dal 1965 il comune di Venezia, in occasione della festa dell’Ascensione, organizza una rievocazione storia dell’antico sposalizio del mare.

Il sindaco del comune di Venezia presiede la cerimonia a bordo della “bissona” Serenissima, un imbarcazione veneziana a remi di tipo speciale, caratterizzata da ricche decorazioni carattere tematico e spinta da otto vogatori. Dopo aver raggiunto, insieme ad un corteo di imbarcazioni, la bocca di porto verso la chiesa di San Nicolò del Lido, getta l’anello benedetto dal patriarca di Venezia nel mare.

La cerimonia è accompagnata da regate in cui vengono indossati vecchi costumi tradizionali.

Ogni anno il comune di Venezia ripropone questa celebrazione, che fa rivivere la millenaria storia della Serenissima, il suo intimo rapporto con il mare e con la pratica della Voga alla Veneta.

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